Dopo un Consiglio dei Ministri fiume durato piĆ¹ di cinque ore il Governo ha dato il via libera alla proposta di riforma del lavoro da presentare in Parlamento. L'approvazione secondo una formula attesa ĆØ stata proclamata “salvo intese” cioĆØ salve successive e probabili modifiche parlamentari, per evitare di essere ridiscussa in CdM. Il Governo come giĆ annunciato ha preferito optare per il disegno di legge ordinario e non per un decreto per evitare altri strappi dopo il mancato accordo sulle modifiche dell'articolo 18.
Quattro obiettivi principali - Il disegno di legge approntato dal Governo, come si legge nella nota stampa di Palazzo Chigi, “ĆØ il frutto del confronto con le parti sociali” che ha portato ad una proposta del lavoro complessa e che introdurrĆ cambiamenti importanti nel mercato del lavoro italiano. Sono quattro gli obiettivi da raggiungere, una “distribuzione piĆ¹ equa delle tutele dell’impiego”, ovviamente attraverso una sistemazione dei contratti flessibili e l'introduzione dei licenziamenti individuali, una maggior efficienza degli ammortizzatori sociali, favorire contratti stabili attraversĆ² incentivi alle imprese e, infine, un maggiore “contrasto agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali”.
Sette macro aree di intervento – Per raggiungere gli scopi della riforma del lavoro il Governo ha approntato sette macro-aree di intervento che vanno dai contratti alle tutele dei lavoratori, dalla flessibilitĆ alle coperture assicurative, dai fondi di solidarietĆ alle politiche di equitĆ . Per quanto riguarda i contratti “massimo valore all’apprendistato” garantiscono da Palazzo Chigi, che sarĆ la forma favorita per l'ingresso nel mercato del lavoro e che dovrĆ avere un reale valore formativo.
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