mercoledì 11 luglio 2012

CRISI ECONOMICA: PIU' ATTENZIONE AI RISPARMI E LA REAZIONE DELLE SINGOLE FAMIGLIE.

La situazione di crisi economica globale sta fortemente influenzando gli italiani, ripercuotendosi sul loro senso di sicurezzai in relazione alle proprie finanze personali. A confermarlo è l'Indice di benessere finanziario di ING DIRECT (IBF), l'indicatore sintetico che misura il benessere percepito dalle famiglie in relazione alle sei dimensioni della finanza personale (mutui, prestiti, carte di credito, risparmio, investimenti, reddito e spese familiari), che è calato di 3 punti rispetto ad un anno fa e di oltre 4 punti rispetto allo scorso dicembre, registrando così un picco in negativo.
Rilevato da Gfk Eurisko e calcolato su una scala da 0 a 100 per misurare il comfort delle famiglie con le finanze personali (100 =massimo comfort,  50 =medio comfort, 0 = massimo disagio), l'IBF tocca oggi il suo minimo storico dalla primavera 2011, data della prima rilevazione, e raggiunge 43,3 punti contro i 46,5 di un anno fa. Il senso di minore sicurezza rispetto al passato riguarda in primis la capacità degli italiani di pagare le rate del mutuo, seguito dal timore di non riuscire più ad accantonare risparmi e dalla perdita di capacità reddituale. La sicurezza nel riuscire a pagare spese di casa e bollette, in particolare, crolla nell'ultimo trimestre di ben 6 punti.


Aumenta e si acuisce ulteriormente il divario nel benessere percepito tra uomini e donne: oggi l'IBF femminile è di 41,3, due punti sotto la media nazionale, contro il 45,2 degli uomini. Se per entrambi l'IBF è calato rispetto all'anno scorso, quando si assestava attorno ai 46 punti, il peggioramento appare decisamente più significativo per la popolazione femminile (5,4 punti di calo contro 1 punto per i colleghi maschi).
Tra le cause papabili la disparità nella retribuzione (un recente rapporto UE dice che nell'Unione il 16,4% delle lavoratrici percepisce stipendi più bassi di colleghi maschi nello stesso ruolo; in Italia il gap è attorno al 20%, secondo i dati dell'Università Bocconi) e i livelli di occupazione femminile ancora bassi (in Italia il tasso di occupazione delle donne, secondo gli ultimi dati Istat, è del 47%, circa 20 punti sotto quello degli uomini, a 67,1%).
Se già nei mesi scorsi le famiglie facevano fatica a mettere da parte una quota del proprio reddito per spese future e progetti a lungo termine, oggi con lo stipendio non solo faticano a risparmiare, ma anche a coprire le bollette e le spese ordinarie. Questo li costringe a intaccare i risparmi, accumulati negli anni. Basti pensare che la dimensione finanziaria del reddito passa nell'ultimo trimestre da un IBF di 47,7 a 44,2, e quella delle bollette è in calo di 6,4 punti, da 51,2 a 44,8.
I risparmiatori italiani però reagiscono all'attuale situazione economica con zelo e metodicità. Adattano cioè le proprie abitudini di consumo e, soprattutto, fanno più attenzione nel gestire i risparmi. Secondo la Ricerca internazionale ING sul Risparmio, quasi 8 italiani su 10 (76%) monitorano costantemente il bilancio familiare: controllano tutte le entrate e le uscite sugli estratti conto della carta e le altre documentazioni bancarie. Si tratta della percentuale più alta fra gli 11 Paesi considerati, ma il dato si inserisce in una tendenza condivisa. La media degli "attenti" negli 11 Paesi è infatti del 62%: altre nazioni particolarmente attente alle proprie finanze sono Germania (72%) e Francia (69%).

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