venerdì 7 settembre 2012

Crisi Economica: Lo spread secondo la Banca d'Italia ed il costo del denaro nei paesi Europei.

Secondo uno studio pubblicato dalla Banca d'Italia, lo spread "naturale" tra i titoli di stato italiani e tedeschi dovrebbe essere solo di duecento punti. L'insieme dei dati macroeconomici e fiscali dei due paesi non giustifica il presente divario - oltre quattrocento punti - tra i due paesi se non tirando in ballo la speculazione (Foto:
Le conclusioni di questo studio si avvicinano molto a quelle di un'analisi effettuata a luglio dal Centro studi di Confindustria, secondo cui lo spread tra i titoli dei due paesi dovrebbe - in situazione normali di mercato - attestarsi tra i 160 e i 170 punti base. Il peso della speculazione era stato stimato dalla Confindustria in una maggiore fattura per interessipari a 12,4 miliardi a carico del bilancio pubblico, oltre ad un aumento nei tassi di interesse che aumenteranno la fattura bancaria delle famiglie per 12,1 e di 23,7 miliardi per le imprese. La speculazione ha pure causato una riduzione del PIL pari allo 0,9% e la perdita di quasi 150.000 posti di lavoro. Ci siamo chiesti invece come mai nei paesi dell'Europa del Nord sostanzialmente si disinteressano della speculazione e dei problemi dello spread che attanagliano i paesi del Sud dell'Europa? Forse perché godono di un grande vantaggio competitivo nei confronti degli altri?

Secondo la Banca centrale europea, se un'impresa spagnola richiede un prestito di un milione di euro per una durata di cinque anni, pagherà in media un tasso di interesse medio del 6,5%. Le imprese italiane non se la passano meglio, perché il loro tasso medio è del 6,24%. Solo per fare un paragone, le imprese tedesche pagano in media molto meno - il 4,04% -, un'incollatura sotto le aziende francesi - che pagano un tasso medio del 4,1%. Detto in altri termini, le imprese tedesche pagano il 40% - circa - di oneri finanziari in meno di quelle spagnole. Francamente troppo. E in gran parte queste differenze sono determinate dall'attacco speculativo al debito pubblico di alcuni paesi.

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